
Léo Malet
Le acque torbide di Javel
Dicembre è insolitamente mite a Parigi, ma Hortense Demessy non riesce ad assaporarne la dolcezza: Paul, il suo compagno, ex senzatetto e ora operaio metalmeccanico, è scomparso all’improvviso dall’appartamento in Rue de la Saïda, lasciandola incinta e senza un soldo. Disperata, la donna chiede a Nestor Burma, investigatore privato e noto tombeur de femmes, di ritrovarlo in nome dell’amicizia che li ha legati in passato.
Per Burma la scomparsa di Demessy diventa subito una questione di principio, che lo porterà a vagare per l’intero quartiere, tra lo stabilimento Citroën, il Bai Nègre di Rue Blumet, il café di Rue Payen e il Pont Mirabeau, finché non troverà la chiave di questa intricata vicenda in uno squallido bar-pensione gestito da arabi con pochi scrupoli e molte cose da nascondere. Attorno alla misteriosa scomparsa di Paul ruotano tre donne: Zorga-Tinea, la sensitiva di origine maghrebina che esercita nei pressi del Vel’d’Hiv, Wanda, l’enigmatica e bellissima bionda di Place de Breteuil, e Jeanne, ventenne dall’atteggiamento spregiudicato che scandalizza l’anima delle case popolari. Ognuna di loro cela un arcano e tutte e tre sono legate da un prezioso oggetto e un inebriante profumo che si confonderà con l’olezzo dei cadaveri e l’odore dei soldi.
Tra atmosfere grottesche e inquietanti coincidenze che rivelano ricatti meschini e torbide dinamiche sociali, si scatenerà una partita mortale che farà luce sul disagio degli ultimi e irromperà negli equilibri della tranquilla borghesia francese.


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